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Dalla lettura degli articoli precedenti abbiamo compreso che i fondi comuni e gli ETF sono gli strumenti finanziari che l’investitore deve prendere più in considerazione quando decide di investire il proprio capitale. Cerchiamo adesso di comprendere quali sono le caratteristiche e le differenze principali di questi due strumenti.
Si può affermare che la differenza sostanziale tra fondi comuni e gli ETF è la tipologia di gestione che li caratterizza.
Ma andiamo per punti. In questo articolo ci soffermeremo ad analizzare nel particolare che cosa sono i fondi comuni.
I fondi comuni sono i fondi a gestione attiva. Dato un mercato finanziario di riferimento, il gestore del fondo può scegliere un certo paniere azionario creato tramite la selezione di determinate azioni, piuttosto che altre, in funzione delle sue analisi e studi. Questi studi dovrebbero far sì che le azioni scelte siano le migliori, mentre quelle non scelte, ovviamnete le peggiori.
La finalità di un fondo comune è quella di cercare di battere l’indice (benchmark) di riferimento. Teoricamente i fondi comuni si basano su un orizzonte temporale di lungo termine e per questo il loro obiettivo è quello di superare le performance generate dal benchmark corrispondente.
Selezionare dei fondi comuni a gestione attiva buoni è molto complesso e sono necessarie competenze specifiche: statisticamente oltre il 90% dei fondi comuni su un orizzonte temporale di 10 anni non riesce a sovraperformare il benchmark di riferimento.
Il discorso relativo ai costi dei fondi comuni è una delle componenti che fa sì che vi sia questa under performance nel lungo termine poiché avere dei costi alti mette nella condizione il gestore di dover non solo battere il benchmark di riferimento ma anche di doverlo battere con uno spread che sia superiore ai costi di gestione. Generalmente l’impresa del gestore è particolarmente ardua in quanto i costi di gestione sono elevati.
Ma a che cosa l’investitore deve prestare attenzione quando decide di sottoscrivere un fondo comune? Innanzitutto è fondamentale verificare le performance passate del fondo comune per rendersi conto se è un fondo che ha generato valore o meno rispetto all’indice di riferimento; in secondo luogo è necessario verificare e tenere sotto controllo i costi di gestione del fondo (sono una sorta di “zavorra” che vanno a limitare il rendimento del fondo); infine è importante verificare la solidità dell’emittente e le dimensioni del fondo stesso.
Fra le tipologie di fondi comuni di investimento che possono essere sottoscritti vi sono sicuramente fondi comuni azionari, obbligazionari e bilanciati ma vi è anche una quarta categoria denominata fondi comuni flessibili.
I fondi flessibili, per regolamento, hanno la possibilità di essere creati con sottostanti totalmente azionari/obbligazionari o avere comunque delle movimentazioni importanti al loro interno (cambiano il profilo di rischio a seconda dell’andamento di mercato). Solitamente sono fondi che non riescono a trovarsi in una condizione di basso rischio quando il mercato va male e a trovarsi in una situazione di alto rischio quando il mercato si riprende per poi spingere.
Per approfondire ulteriormente i discorsi relativi ai fondi comuni di investimento leggi anche questo articolo: “I fondi a gestione attiva: cosa sono, obiettivi e costi”.
Idealmente sembra una cosa bellissima vero? Il problema è che spesso creano delle under performance importanti rispetto al loro benchmark di riferimento e, potendo cambiare in modo repentino, vanno a scombussolare il profilo di rischio del portafoglio dell’investitore. Se possibile è meglio cercare di evitare una selezione di fondi flessibili.
A questo punto l’investitore potrebbe chiedersi: c’è un budget minimo per l’acquisto di questi strumenti finanziari a gestione attiva? I costi di acquisto e gli investimenti minimi nei fondi comuni dipendono sia dalla tipologia di fondo comune sia dalla classe dello stesso. Ci sono fondi comuni in cui è possibile investire solamente 100 euro, altri invece, richiedono investimenti di diverse migliaia di euro come investimento minimo iniziale.
Per concludere l’argomento sui fondi comuni di investimento a gestione attiva è necessario ricordare che se un investitore ha un approccio agli investimenti basato su un’ottica di medio-lungo termine, non è basilare che si preoccupi troppo dei costi di transazione ma è fondamentale che selezioni i fondi migliori possibili sul mercato.
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