La finanza comportamentale si sviluppa come disciplina negli anni ottanta. L'essere umano è spesso irrazionale, anche nelle scelte di investimento, creando rischi da non sottovalutare.
La finanza comportamentale
La finanza comportamentale è una corrente di pensiero che ha preso piede a partire dagli anni Ottanta e vede in Daniel Kahneman, Amos Tversky e Richard Thaler i suoi padri fondatori. Questa nuova disciplina si sviluppa in contrapposizione alla teoria di finanza classica dell’homo oeconomicus, secondo la quale l’uomo è del tutto razionale e in possesso di tutte le informazioni necessarie che sa elaborare al fine di prendere le decisioni migliori in base ai propri bisogni. La realtà è ben diversa dalla teoria di finanza classica e, come hanno dimostrato gli psicologi cognitivi sopra citati, l’essere umano in molte circostanze è tutt’altro che razionale.
Un esempio di irrazionalià
Per convincerti del fatto che l’essere umano non è razionale ti illustro un piccolo esempio, un problema tratto dal libro Pensieri lenti e veloci di Kahneman.
Supponiamo che ti venga proposto di giocare al lancio della moneta. Se esce croce perdi 100€, se esce testa vinci 150€. Accetteresti di partecipare a questo gioco così come proposto?
Nella tua testa ora starai confrontando il beneficio psicologico di vincere 150€ con il costo psicologico di perderne 100. Se hai una minima base di studi di statistica avrai calcolato il valore atteso del gioco nel seguente modo: 0,5*150 – 0,5*100 = 25. Benché il valore atteso di questo gioco risulti essere positivo, in quanto avresti la possibilità di vincere una somma maggiore di quella che perderesti, probabilmente non vorrai partecipare in quanto la paura di perdere 100€ è maggiore della speranza di guadagnarne 150.
Per concludere, con questo breve esempio ho voluto mostrarti come in realtà l’essere umano, probabilmente anche te stesso, non è razionale: in questo caso ti ho mostrato l’avversione alle perdite. Detto in altri termini, alle persone le perdite appaiono più grandi dei guadagni. Vuoi misurare la tua avversione alle perdite? È molto semplice, basta pensare alla somma che vorresti vincere nel caso uscisse testa nel gioco sapendo che la tua perdita in caso uscisse croce è di 100€. Se la somma è 200€ possiamo dire che il tuo rapporto di avversione alle perdite è 2 (200 diviso 100).
Le branche della finanza comportamentale
Oltre che l’avversione alle perdite, la Finanza Comportamentale studia e approfondisce altre anomalie comportamentali, tratti distintivi dell’uomo inserito in un contesto sociale e mai pienamente razionale, quali:
Gli errori cognitivi (bias cognitivi)
Con tale termine si intendono tutte le distorsioni cognitive che portano l’essere umano a deviare dalla razionalità di giudizio. Un esempio direttamente dal mondo degli investimenti potrebbe essere l’home bias, ossia l’errore cognitivo che porta il risparmiatore italiano ad investire in soli titoli italiani e non considera minimamente l’opportunità di investimento in un titolo estero.
L’emotività
Paura, insicurezza, orgoglio, euforia. Sono alcune delle molteplici emozioni che possono incidere sulle decisioni degli investitori. In fasi concitate del mercato, ad esempio febbraio 2020, molti investitori hanno perso grandi quantità di capitali per scelte dettate dall’emotività, fretta di chiudere posizioni, paura e insicurezza.
Le euristiche decisionali
Sono scorciatoie mentali derivanti dall’esperienza personale che permettono di evitare le fasi del processo decisionale saltando alle conclusioni in maniera affrettata. Le tre euristiche decisionali individuate da Kahneman e Tversky sono ancoraggio, disponibilità e rappresentatività (uno dei prossimi articoli ne parlerà accuratamente).
L’effetto framing
Le scelte degli individui sono influenzate da come viene presentato un problema (o un’opportunità di investimento). I due psicologi sopra citati hanno infatti mostrato che gli individui tendono a cambiare decisione di fronte allo stesso problema di scelta, se questo viene presentato in modo differente.
Giunto a questo punto ti domanderai: bene, ho capito l’importanza della finanza comportamentale e ho compreso che sono un individuo irrazionale, potenzialmente influenzabile da informazioni ed eventi, da emozioni, da errori di giudizio completamente sbagliati e dal focus sul breve periodo. E quindi?
Conoscere la finanza comportamentale è fondamentale per identificare i potenziali errori decisionali in cui potresti incorrere nelle tue scelte di investimento. Con una pianificazione finanziaria accurata, diversificata ed orientata al lungo periodo potrai dimenticarti degli errori dettati dall’irrazionalità, vedere i crolli di mercato come un’opportunità e vedere le fasi di euforia come un pericolo.
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