I criteri di selezione di un buon broker per gli investimenti

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La scelta del broker o della banca con cui acquistare strumenti finanziari è fondamentale e deve essere ben ponderata da ogni investitore. Ma quali variabili sono le principali variabili da considerare per una scelta accurata?

Per investire, all’atto pratico, ogni investitore deve essere in possesso di un conto corrente presso un intermediario autorizzato a prestare servizi di investimento. L’intermediario può essere una banca o un broker e scopo di questo approfondimento è capire quelli che sono i criteri per la selezione di un buon intermediario per i propri investimenti.

Premessa importante

Prima di addentrarci nell’approfondimento occorre fare una premessa importante: la scelta del broker per i propri investimenti può essere fondamentale e per questo motivo deve essere ben ponderata, valutando bene ogni tipologia di variabile. Le variabili da considerare nella scelta sono soggettive, motivo per il quale ogni investitore attribuirà maggiore importanza alle caratteristiche che, secondo le sue valutazioni, un buon broker dovrebbe avere.

I criteri per la selezione di un buon broker sono: costi, affidabilità, strumenti negoziati, interfaccia, semplicità di utilizzo e regime fiscale. Vediamoli insieme!

Costi

I costi che un broker può applicare possono essere vari e ogni investitore deve ben comprenderli prima di iniziare il proprio viaggio nel mondo degli investimenti. I principali costi da valutare sono:

  • Costi per ogni ordine eseguito (sia in acquisto, sia in vendita);
  • Costi per l’accesso a mercati differenti da quello domestico (ovvero se sono Italiano quanto mi costano, ad esempio, gli investimenti fatti su titoli americani);
  • Costi per avere le quotazioni aggiornate in tempo reale;
  • Costi per l’apertura del conto e/o per il mantenimento.

La variabile costi è tanto più impattante quanto inferiori sono i capitali che si vanno ad investire. Per un giovane investitore che vuole iniziare un piano d’accumulo di 100€ mensili sull’azionario globale una commissione di 10€ per ogni eseguito è molto impattante. In tal caso sarà da preferire un broker dalle commissioni meno elevate per eseguito o dalle commissioni in percentuale rispetto al capitale che si va ad investire.

Fondamentale sarà quindi comprendere il tariffario del broker, tariffario che potrebbe variare molto a seconda della borsa e degli strumenti che si acquistano.

La chiave sta in un’analisi dettagliata dei costi in relazione all’operatività che si andrà ad effettuare, così da evitare spiacevoli costi inaspettati in caso di acquisti su borse differenti da quella domestica. Ad esempio: l’acquisto dell’azione Apple su borsa USA potrebbe avere costi molto elevati rispetto all’acquisto, in euro, su borsa domestica.

Affidabilità

È la variabile da ponderare maggiormente nella scelta di un broker per l’investimento dei propri risparmi. In primis si deve capire se il broker in questione sia autorizzato o meno ad operare in Italia. La Consob e la Banca d’Italia forniscono rispettivamente una lista dei broker autorizzati (per vederla clicca qui https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/albi-elenchi/index.html) ad operare in Italia e una lista delle banche estere autorizzate: vedere se l’intermediario con cui si intende operare è su questa liste è uno step fondamentale. In seguito alla verifica dell’autorizzazione ad operare in Italia molto utile può essere un check della storia del broker, di eventuali profit warning e/o vicissitudini negative di cui si è reso protagonista in passato. Il controllo dell’affidabilità di un broker è fondamentale per evitare una situazione simile a quanto avvenuto con FTX nel mondo crypto, vicenda che ha fatto perdere molti risparmi agli investitori che si erano affidati all’exchange.

Strumenti negoziati

L’accesso ai vari mercati e ai corrispondenti strumenti finanziari (Prodotti e strumenti finanziari) è una peculiarità fondamentale che deve essere valutata prima delle scelta di un broker. Non tutti i broker hanno accesso a tutti i mercati e a tutti gli strumenti finanziari.

Il primo step è quindi quello di comprendere l’operatività che si andrà ad effettuare e, successivamente, si potrà valutare se i vari broker permettono l’accesso agli strumenti che si intende avere in portafoglio. Ad esempio, l’investitore che vuole operare con le opzioni americane potrebbe trovarsi in difficoltà dal momento che non tutti i broker hanno accesso a tali strumenti. Per quanto riguarda investimenti più “classici” come investire in azioni conosciute ed etf è molto probabile che la maggior parte dei broker possa collocare la maggior parte di questi strumenti.

Interfaccia

Oltre alle valutazioni di tipo quantitativo come costi e gamma di strumenti negoziati, l’investitore deve ben ponderare anche la variabile qualitativa dell’interfaccia grafica. Tale variabile è molto soggettiva e non tutti le attribuiscono un grande peso. Nel lungo termine però un broker dall’interfaccia user friendly può risultare maggiormente apprezzato.

Semplicità di utilizzo

La semplicità di utilizzo dipende direttamente dall’interfaccia grafica. Un broker semplice da utilizzare può essere molto apprezzato dagli investitori che hanno un’operatività semplice di acquisto e detenzione di strumenti finanziari. Gli investimenti devono far parte della nostra quotidianità in modo positivo: se ogni volta che cerchiamo di fare operazioni o di comprendere informazioni siamo in difficoltà questo può influire negativamente sul nostro umore e di conseguenza sui nostri investimenti e la nostra vita… quindi meglio cambiare broker!

Ma quale variabile ponderare maggiormente?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda. Molto dipende dalle caratteristiche dell’investitore, dall’età e dai capitali che si vanno ad investire.

L’importante è che il focus non sia solamente sulla variabile costi, certamente importante, ma non l’unica da valutare. La vera efficienza nel lungo periodo è resa, oltre che dalla riduzione delle commissioni, anche dalla corretta ponderazione di tutte le altre variabili, sovrappesandole e sottopesandole in base alle proprie caratteristiche.

Al crescere dei capitali investiti è meglio prediligere un broker più solido in termini dimensionali e in termini di affidabilità, evitando di trasferire grandi capitali in broker esteri che, sebbene autorizzati ad operare in Italia dalle autorità di vigilanza preposte, potrebbero essere soggetti a controlli meno stringenti da parte delle autorità domestiche.

Scelta del broker e fiscalità

Un’ulteriore variabile che deve essere ben ponderata dall’investitore è il regime fiscale in cui l’investitore riceve sul suo deposito titoli i proventi derivanti dalla vendita di titoli.

Ci sono due regimi fiscali: quello dichiarativo e quello amministrato. Il regime dichiarativo viene applicato di default agli investitori che aprono un conto presso un broker estero. In caso di regime dichiarativo l’investitore dovrà portare in dichiarazione dei redditi i proventi lordi derivanti dalla cessione di titoli, compilando ogni anno gli appositi quadri ed inserendo i redditi derivanti dalle vendite realizzate nell’anno. In regime dichiarativo il broker non funge da sostituto d’imposta.

Il regime amministrato viene applicato di default da broker e banche con sede in Italia e prevede che l’intermediario agisca in qualità di sostituto d’imposta. In tal caso, quindi, sarà l’intermediario a farsi carico delle imposte dovute al fisco e le regolerà in automatico. I proventi che riceverà l’investitore saranno quindi netti, a meno che questo non abbia minusvalenze pregresse compensabili (ETF e fiscalità. Quando c'è la doppia tassazione?).

In regime amministrato quindi le imposte si pagano alla chiusura di ogni operazione e il pagamento è immediato, a meno che non ci siano delle minusvalenze compensabili nello zainetto fiscale. In regime dichiarativo le imposte si pagano invece entro il 30 giugno dell’anno successivo compilando il modello redditi persone fisiche. In regime dichiarativo si può quindi re-investire l’intero capitale dopo un’operazione chiusa in guadagno senza il pagamento dell’imposta sul capital gain in via immediata bensì in via differita: questo elemento può essere positivo per un investitore con un attento money management mentre potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per l’investitore che non accantona una somma per il pagamento delle imposte entro il 30 giugno.

Quindi quali step sono da seguire per la scelta del broker?

Gli step da seguire, con ordine, per la scelta del broker per mezzo del quale accedere ai mercati finanziari sono i seguenti:

  1. Definizione della propria strategia (se voglio fare trading o investire avrò un comportamento completamente diverso sui mercati e dunque anche il broker “perfetto per me” potrebbe essere differente) e della propria operatività e ricerca del broker che offre l’accesso agli strumenti con i quali si intende operare;
  2. Fatta una prima scrematura, previo controllo dell’affidabilità e dell’autorizzazione ad operare in Italia, segue il check del tariffario degli intermediari preselezionati, arrivando alla scelta, ad esempio, di 2 broker in regime amministrato e 2 in regime dichiarativo;
  3. Una volta rimasti i 4 broker dell’esempio eseguire una fase di test (se il broker offre la possibilità di aprire un conto demo) per ognuno di esso e arrivare alla scelta finale, ben ponderando l’elemento del regime fiscale.

Questi semplici step implicano un processo decisionale di qualche giorno, importante per una scelta che inciderà molto sul resto della vita dell’investitore.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Davide Berti, consulente finanziario

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Prima di investire in qualsiasi modo è fondamentale conoscere i pilastri dell'investimento. Non bisogna fondare le proprie scelte su impressioni o percezioni date dal "sentito dire". Delle solide basi sono necessarie per poter decidere razionalmente come gestire e investire il proprio denaro e come influenzare profondamente il proprio futuro.

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Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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