Il peso emotivo di detenere azioni in portafoglio

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Avere poche singole azioni in portafoglio può avere un peso emotivo non indifferente, peso che aumenta tanto meno sono le singole azioni presenti in portafoglio. Come eliminare tale peso emotivo? Diversificando.

Avere delle azioni in portafoglio può significare un aumento del peso emotivo circa i propri investimenti. In questo approfondimento tratteremo la questione del peso emotivo di detenere delle azioni nel proprio portafoglio, fenomeno che caratterizza moltissimi investitori, soprattutto quelli alle prime armi, i quali iniziano ad investire facendo stock picking, ossia andando a selezionare delle azioni di aziende al fine di inserirle all'interno del proprio portafoglio investimenti.

La selezione di queste aziende, soprattutto nelle fasi iniziali in cui si ha energia, voglia di vedere effettivamente come funziona il mondo finanziario e i mercati finanziari, è sicuramente più avvincente che un'allocazione efficace ed efficiente in linea con il proprio profilo di rischio orizzonte temporale. Tuttavia, è un qualcosa che può determinare il successo o l'insuccesso della propria pianificazione finanziaria, quindi il successo o l'insuccesso della propria storia da investitori. Andiamo a capire quali sono i punti deboli nella selezione e l'inserimento di azioni all'interno del proprio portafoglio secondo il mio punto di vista.

I punti deboli dello stock picking come unica strategia di gestione dei propri investimenti

Vediamo i tre principali punti deboli dello stock picking.

1. Rischio di sottoperformance del benchmark

Il primo punto debole sta nel fatto che c'è una forte possibilità di sottoperformare il proprio portafoglio investimenti. Mi spiego: se io vado a comprare i classici fondi di investimento a gestione attiva (ETF e fondi comuni: focus fondi comuni), sono consapevole del fatto che si tratti di strumenti finanziari che hanno come obiettivo quello di ottenere un risultato più alto del benchmark di riferimento. Allo stesso tempo sappiamo che su un orizzonte temporale di dieci anni il 96% dei fondi di investimento, che ricordo essere dei veicoli di investimento gestiti da professionisti della finanza, ottiene comunque dei risultati più bassi rispetto al benchmark di riferimento.

Nel momento in cui noi investitori andiamo a fare una selezione di titoli, corriamo concretamente il rischio di ottenere un risultato inferiore rispetto al benchmark di riferimento in quanto non è detto che l'azione che abbiamo scelto vada a sovraperformare il mercato di riferimento. Se io compro un'azienda americana medio/medio-piccola che penso possa riuscire a fare degli ottimi numeri in futuro, non è detto che ottenga un risultato superiore rispetto allo S&P500.

Il primo rischio dello stock picking come unica strategia di gestione dei propri risparmi è quello di ottenere dei risultati inferiori rispetto ad un’allocazione efficiente di portafoglio.

2. Le oscillazioni di un titolo possono risultare intollerabili

Il secondo punto debole che ha un'allocazione in singole azioni è relativo alla percezione del rischio del proprio portafoglio. Mi spiego: sappiamo tutti che un investitore ha un profilo di rischio e come tale questo gli permette di tollerare certi livelli di oscillazione. Tuttavia, non conta tanto l'oscillazione effettiva che ha il portafoglio, quanto la percezione che ha l'investitore di quella oscillazione.

Nel momento in cui vado a fare una selezione di un titolo, sto consapevolmente selezionando un qualcosa che, a differenza di un investimento diversificato, può potenzialmente fallire e talvolta può anche avere un andamento completamente differente rispetto all’andamento del mercato in generale.

Succede spesso che se ci si ritrova ad avere una situazione di mercati a rialzo e per qualche motivo, ad esempio una trimestrale che non è andata bene o una qualche problematica interna all'azienda, si ha una discesa del valore dell’azione acquistata. In tale circostanza può iniziare una fase di forte sfiducia e ansia visto l’andamento potenzialmente opposto tra andamento dell’azione e andamento del portafoglio.

Tale senso di sfiducia porta tendenzialmente l'investitore a controllare più volte durante il giorno il valore di quella determinata azione piuttosto che il portafoglio nel complesso. C'è quindi una concentrazione verso un singolo titolo rispetto al portafoglio efficiente, elemento potenzialmente dannoso per lo stato d’animo dell’investitore.

Vedere quella che dovrebbe essere la ciliegina sulla torta del proprio portafoglio in perdita porta alla sensazione che tutta la torta sia rovinata; in realtà basterebbe togliere la ciliegina e la torta risulterebbe comunque molto buona.

3. La variabile tempo

Il terzo elemento negativo di avere solo singole azioni in portafoglio è il tempo. Nel momento in cui si ha un'allocazione efficace ed efficiente in strumenti finanziari, orientata al raggiungimento di obiettivi di lungo periodo, non si tende a controllare quotidianamente il proprio broker per vedere l’andamento di portafoglio.

Un investitore, impostata la strategia in linea con i propri obiettivi ed il proprio orizzonte temporale, non dedica eccessivo tempo, giustamente, nel controllare, gestire e monitorare il portafoglio: questo perché i frutti dell’investimento si raccoglieranno nel lungo periodo e le oscillazioni di breve non devono essere motivo di preoccupazione.

Ho percepito e visto professionalmente l’attenzione di un investitore aumenta esponenzialmente nel momento in cui ci sono azioni in portafoglio e il continuare ad aggiornare l’app da parte dell’investitore rende “investire” un po’ come se si guardasse una corsa dei cavalli.

Avere un approccio di questo tipo agli investimenti, ossia un approccio più “ludopatico” anziché un approccio professionale, implica una serie di problematiche tangibili, su tutte la perdita inutile di tempo per controllare quotidianamente l’andamento di un titolo.

Conclusione

Avere singole azioni in un portafoglio satellite da affiancare al portafoglio di lungo periodo può essere una strategia sensata se si è emotivamente consapevoli della rischiosità derivante da determinate allocazioni.

Se l’investitore con singole azioni in portafoglio avrà il focus solo su quelle azioni e non su tutta l’allocazione patrimoniale complessiva è molto probabile che avrà una percezione peggiorativa di tutta l'allocazione complessiva. Di conseguenza, ritengo che l'allocazione in singole azioni debba essere fatta veramente con parsimonia, sia in termini di quantità per i rischi di performance che dicevo all'inizio w per il discorso di percezione del profilo di rischio, sia per non trasformare un percorso che è finalizzato al raggiungimento di obiettivi finanziari in un percorso ludico di investimento, percorso che può essere bello nelle fasi di mercato rialzista ma molto demoralizzante e pesante da sostenere nelle fasi di mercato ribassista.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Davide Berti, consulente finanziario

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Le basi degli investimenti

Prima di investire in qualsiasi modo è fondamentale conoscere i pilastri dell'investimento. Non bisogna fondare le proprie scelte su impressioni o percezioni date dal "sentito dire". Delle solide basi sono necessarie per poter decidere razionalmente come gestire e investire il proprio denaro e come influenzare profondamente il proprio futuro.

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In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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