l sistema pensionistico italiano è strutturato secondo il criterio della ripartizione ossia “i contributi che i lavoratori e le aziende versano agli enti di previdenza vengono utilizzati per pagare le pensioni di coloro che hanno lasciato l’attività lavorativa”[1].
I quattro grandi problemi del sistema pensionistico italiano
Tale sistema è sostenibile se il flusso di entrate (i contributi dei lavoratori) è in equilibrio con l’ammontare delle uscite (le pensioni pagate) e la sostenibilità del sistema potrebbe essere in serio pericolo nel futuro prossimo, interessando direttamente i più giovani.
I problemi di sostenibilità deriverebbero da alcuni elementi strutturali e ben delineati del Paese che, ad oggi, rappresentano un problema endemico.
Il primo problema per il sistema pensionistico italiano, secondo Pasquale Tridico, il presidente dell’INPS, è che sono poche le persone che lavorano. In Italia si contano infatti appena 23 milioni di lavoratori contro i 34 della Francia (il totale della popolazione di Italia e Francia è simile). Considerando i circa 3,5 milioni di lavoratori in nero, il totale di lavoratori arriva a circa a 26,5 milioni, evidenziando comunque la fragilità strutturale del sistema economico e del sistema pensionistico italiano.
Un secondo grande problema è il rapporto debito/PIL del Paese. Il rapporto si attesta all’incirca attorno al 150% e nei prossimi mesi potrebbe salire qualora si materializzasse uno scenario recessivo. Il livello di indebitamento del Paese sarà destinato ad aumentare nei prossimi anni per far fronte ad una maggiore spesa pensionistica dettata dal progressivo invecchiamento della popolazione, rendendo molto delicata la questione sostenibilità del debito pubblico.
Il terzo problema, già accennato in precedenza, è il progressivo invecchiamento della popolazione che conferma l’Italia come uno dei Paesi più vecchi al mondo. Secondo le previsioni del Censis nel 2039 la quota di over 64 supererà la quota di under 35, per via della tendenza di calo delle nascite e dell’aumento dell’aspettativa di vita. Il grafico che segue mostra come il tasso di nati per 1000 abitanti in Italia nel 2019 sia il peggiore in Europa, confermando il problema italiano sul fronte natalità.
Fonte: https://www.censis.it/l-italia-e-le-dinamiche-demografiche.pdf
Il quarto grande problema circa la fragilità del sistema pensionistico italiano è la crescita economica del Paese, negli anni poco consistente e non al livello della crescita di altri Paesi europei. Se a ciò si aggiungono le preoccupazioni circa il futuro prossimo, il modesto tasso di crescita economica sembra essere un’altra variabile impattante sul sistema pensionistico italiano, in virtù del fatto che la spesa per le pensioni in rapporto al PIL è destinata ad aumentare in futuro.
Le pensioni italiane rimangono quindi tra le più pericolanti a livello mondiale in termini di sostenibilità, portando l’Italia al 32esimo posto su 43 nel Mercer CFA Institute Global Pension Index 2021, ben distante dei paesi scandinavi e dalle altre economie europee. Il grafico che segue mostra la classifica risalente al 2021 misurata dal Global Pension Index, evidenziando l’arretratezza dell’Italia, posizionata alle spalle del Sud Africa e davanti all’Austria.
Per un futuro più sereno, la costruzione di una pensione integrativa è un’assoluta priorità per coloro che sono attualmente in età lavorativa. Le soluzioni a disposizione dei risparmiatori circa la costruzione di una pensione integrativa sono varie e molteplici e vanno dal PAC ai fondi pensione: la scelta dell’uno piuttosto che dell’altro dipende da molte caratteristiche proprie del singolo cittadino. (Per approfondire su questo argomento c'è il mio articolo Fondo pensione, PAC o entrambi. Quali logiche seguire per la scelta?).
Considerare la pensione un problema da rimandare al futuro è un errore grave che, per via della scarsa sostenibilità del sistema pensionistico italiano, potrebbe portare ad una vecchiaia non particolarmente serena. Costruirsi una pensione integrativa, in relazione alla propria posizione lavorativa e alle proprie esigenze, è una scelta che i lavoratori italiani dovrebbero considerare per un futuro sereno.
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