Il mondo degli investimenti obbligazionari offre una vasta gamma di opportunità per gli investitori alla ricerca di stabilità e reddito costante. Tra le diverse opzioni disponibili, gli ETF obbligazionari si sono affermati come strumenti popolari grazie alla loro capacità di combinare diversificazione, liquidità e gestione professionale in un unico prodotto.
Se volete approfondire la ETF obbligazionari vi posso suggerire questo vecchio articolo: Meglio avere in portafoglio singole obbligazioni o ETF obbligazionari? Tutti i ragionamenti che un investitore dovrebbe fare.
Come illustrato nell'articolo citato, quando si considera l'inserimento di una componente fixed income nel proprio portafoglio, l'acquisto di un ETF obbligazionario è sostanzialmente diverso dall'acquisto di una singola obbligazione. Questa differenza è dovuta al fatto che i due strumenti funzionano secondo logiche sottostanti diverse.
Il meccanismo di rolling
La principale peculiarità degli ETF obbligazionari è che non maturano, poiché la durata (duration) viene mantenuta costante grazie al meccanismo del "rolling" (o "rollover").
In cosa consiste?
Il "rolling" in un ETF obbligazionario si riferisce al processo continuo di vendita delle obbligazioni in scadenza e all'acquisto di nuove obbligazioni con scadenze più lontane con l’obiettivo di mantenere costante la scadenza media del portafoglio dell'ETF.
Vediamo meglio come funziona.
Gli ETF sono progettati per seguire la performance di un indice sottostante, detenendo un campione rappresentativo dei componenti dell'indice. L'ETF parte con un portafoglio che rispecchia l'indice di riferimento. Ad esempio, se l'ETF replica un indice di obbligazioni a 5 anni, acquisterà obbligazioni con una scadenza di 5 anni.
Nel tempo, alcune obbligazioni nel portafoglio si avvicinano alla loro data di scadenza. Se un'obbligazione scadesse, il suo valore nominale verrebbe restituito al gestore dell'ETF. Tuttavia, prima che le obbligazioni scadano, l'ETF le vende queste obbligazioni e, con i fondi ottenuti, acquista nuove obbligazioni con scadenze più lunghe per mantenere la scadenza media desiderata del portafoglio, in linea con la strategia dichiarata.
Quindi un ETF con una scadenza media di 5 anni continuerà a detenere obbligazioni con circa 5 anni alla scadenza, vendendo quelle che maturano (e non rispettano più il criterio dell'ETF) e acquistando nuove obbligazioni con scadenze coerenti con quanto dichiarato.
Facciamo un esempio pratico con un ETF presente sul mercato per capire meglio!
Prendiamo l’ETF “iShares 20+ Year Treasury Bond”, questo prodotto cerca di replicare i risultati d'investimento di un indice composto da obbligazioni del Tesoro degli Stati Uniti con scadenze superiori ai venti anni (il benchmark è l’indice “ICE U.S. Treasury 20+ Years Bond Index”).
Quando le obbligazioni all'interno del portafoglio dell'ETF si avvicinano alla scadenza e scendono sotto i venti anni, l’ETF procede con un’operazione di rollover. Questo significa che vende le obbligazioni in scadenza e utilizza i proventi per acquistare nuove obbligazioni con scadenze superiori ai venti anni (vedi Grafico 1).
Grafico 1: Meccanismo rollover
Fonte: Elaborazione Ufficio studi Davide Berti
A livello intuitivo possiamo vederla così:
- Se acquisti un'obbligazione con scadenza a cinque anni, dopo due anni starai detenendo un'obbligazione con scadenza a tre anni, mantenendo lo stesso tasso di interesse stabilito al momento dell'acquisto.
- Se acquisti un fondo obbligazionario con una scadenza target di cinque anni, dopo due anni starai ancora detenendo un fondo obbligazionario con una scadenza target di cinque anni.
Implicazioni
È fondamentale comprendere che l'impiego degli ETF obbligazionari comporta un profilo di rischio distintivo rispetto a quello associato alle obbligazioni tradizionali, a causa delle differenze intrinseche nella loro struttura e nel modo in cui gestiscono le scadenze e i rendimenti.
- Rischio di Tasso d'Interesse: mantenere una scadenza costante, come fanno gli ETF obbligazionari, espone l'investimento al rischio di tasso d'interesse, ovvero il rischio che il valore del capitale diminuisca se i tassi d'interesse aumentano al momento della vendita. Dal momento che il valore delle obbligazioni è inversamente proporzionale ai tassi di interesse, quando questi aumentano, il valore delle obbligazioni esistenti (che pagano interessi inferiori) diminuisce. A causa del meccanismo di rolling, un ETF obbligazionario è continuamente esposto a questo rischio.
- Rischio di Reinvestimento: a differenza delle obbligazioni tradizionali, in cui il rischio di reinvestimento si manifesta al momento della scadenza, negli ETF obbligazionari questo rischio è meno rilevante.
Nelle obbligazioni detenute fino alla scadenza, il rischio di reinvestimento si presenta quando il capitale viene restituito e deve essere reinvestito a tassi che potrebbero essere inferiori. Negli ETF obbligazionari, invece, ogni volta che un'obbligazione viene venduta o scade, i fondi sono reinvestiti in nuove obbligazioni.
- Rendimento: un’ulteriore implicazione riguarda la prevedibilità del rendimento. Quando un investitore acquista un’obbligazione individuale e la detiene fino alla scadenza, conosce in anticipo il rendimento (yield to maturity) e recupera il nominale, indipendentemente dai movimenti dei tassi di interesse. Con un ETF obbligazionario, invece, il rendimento varia nel tempo poiché dipende dalla composizione del portafoglio che cambia continuamente (a tal proposito esiste in realtà una determinata categoria di ETF come gli ETF "target date", che offrono un rendimento costante).
Chiaramente, per mitigare i “rischi” di rollover degli ETF obbligazionari, una strategia di portafoglio deve prevedere, a seconda della propensione al rischio dell’investitore, la detenzione di ETF con duration differente al fine di esporsi a diverse “parti” della curva dei rendimenti andando di fatto a mitigare ogni tipologia di rischio, mantenendo diversificazione dell’asset allocation ed efficienza.
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