Quanto è difficile diventare ricchi in Italia?

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Le disuguaglianze, sia in termini di ricchezza, sia in termini di pari opportunità, sono state esasperate nelle società moderne negli ultimi decenni, contraddistinti da globalizzazione e quarta rivoluzione industriale.

Questi due fenomeni hanno sicuramente elevato il tenore di vita di miliardi di cittadini, incrementando d’altra parte le disuguaglianze, soprattutto nei paesi che hanno sperimentato una rapida crescita. Le conseguenze sociali ed economiche della disuguaglianza sono enormi e vanno da un crescente senso di ingiustizia all’indebolimento del tessuto sociale.

Il World Economic Forum ha creato un indice, il Global Social Mobility Index, volto a misurare la mobilità sociale e a fornire dati interessanti circa le possibilità di un individuo italiano, americano o di uno degli altri 80 stati analizzati, di poter salire la scala sociale e migliorare le proprie condizioni di vita.

Il World Economic Forum, nel suo report annuale sulla mobilità sociale, ha sottolineato che in una società capace di offrire pari opportunità si assisterebbe a maggior coesione sociale e crescita economica. In particolare, secondo il rapporto del WEF, un aumento della mobilità sociale del 10% farebbe crescere il PIL di quasi il 5% in 10 anni.

Nella particolare classifica redatta dal WEF, sulla base dei parametri che compongono l’indice di mobilità sociale quali scuola (accesso, qualità ed equità), tecnologia, lavoro (opportunità, salari, condizione), istituzioni e protezioni, l’Italia si attesta al 34° posto, con un punteggio complessivo di 67.4 punti. L’immagine 1 mostra il posizionamento di alcune delle principali potenze economiche del Globo: la Danimarca e i paesi scandinavi la guidano con punteggi molto elevati, segnale di una mobilità sociale elevata, chiude la Costa d’Avorio con un punteggio di 34.5.

Immagine 1 – Classifica indice globale della mobilità sociale, 2020

PosizioneStatoPunteggio
1 Danimarca 85,2
2 Norvegia 83,6
3 Finlandia 83,6
11 Germania 78,8
12 Francia 76,7
15 Giappone 76,1
21 Regno Unito 74,4
27 Stati Uniti 70,4
34 Italia 67,4
35 Ungheria 67,1
45 Cina 61,5
82 Costa d'Avorio 34,5

Fonte: elaborazione su dati World Economic Forum

Andando nel dettaglio, con il temine mobilità sociale si intende il passaggio di una persona da una classe sociale ad un’altra. In termini assoluti, è l’abilità di un giovane di avere una vita migliore rispetto ai suoi genitori. In termini relativi è la valutazione dell’impatto del ceto di provenienza sui risultati della vita di un individuo.

Il fatto che in Italia la mobilità sociale sia abbastanza bassa lo dimostra il grafico 2, tratto dal report del WEF. Tale grafico mostra il numero di generazioni necessarie affinché i nati in una famiglia a basso reddito riescano ad avvicinarsi al reddito medio. Per l’Italia occorrono ben 5 generazioni, mentre per la Danimarca solamente 2. In paesi come il Brasile o il Sud Africa le generazioni sono addirittura 9.

Grafico 2 – Numero di generazioni necessarie per un individuo nato in una famiglia a basso reddito per raggiungere la classe di reddito medio

Numero di generazioni necessarie per un individuo nato in una famiglia a basso reddito per raggiungere la classe di reddito medio

Fonte: report World Economic Forum

Maggiore è la ricchezza di partenza della famiglia di un individuo, maggiori opportunità ha di vivere una vita agiata. Partire dal nulla e riuscire ad arrivare ad una classe sociale superiore, come visto dai dati tratti dal report del WEF, è molto complicato.

Guardando alla distribuzione della ricchezza nel mondo per capire che percentuale di popolazione parte già da una condizione agiata e che percentuale parte da una sostanziale situazione di povertà, significativo è il seguente dato: il 43% della ricchezza mondiale è detenuta dall’1% più ricco, mentre l’1,4% della ricchezza mondiale è detenuta dal 53,6% della popolazione. Il grafico 1 mostra questo forte squilibrio, evidenziando anche i dati relativi alle fasce intermedie.

Grafico 1 – Quota di ricchezza detenuta per classe sociale, 2019

 Quota di ricchezza detenuta per classe sociale

Fonte: elaborazione inequality.org su dati Credit Suisse Global Wealth Databook, 2020

La distribuzione della ricchezza mondiale è quindi fortemente sbilanciata e ciò, unito alla scarsa mobilità sociale di molti Stati, potrebbe essere un problema nel lungo periodo.

Analizzando l’Italia e la sua top 10 dei più ricchi, si può trovare conferma di come riuscire ad arrivare tra i più ricchi del Paese sia impresa praticamente impossibile per chi proviene da classi sociali caratterizzate da reddito medio-basso. Nella classifica dei più ricchi d’Italia, elaborata da Forbes relativa all’anno 2021, si trovano i soliti noti, da Giovanni Ferrero a Silvio Berlusconi, Da Leonardo Del Vecchio a Giorgio Armani, tutte persone presenti nella classifica da diversi anni e provenienti da classi sociali già di un certo calibro.

Il grafico 3 mostra la ricchezza complessiva detenuta dalle 10 persone più ricche della Penisola, espressa in miliardi di dollari e relativa all’anno in corso. Guida la classifica Giovanni Ferrero (amministratore delegato di Ferrero), seguito da Leonardo Del Vecchio (fondatore di Luxottica, importante azionista di Covivio e Generali) e Stefano Pessina (fondatore e CEO della catena Walgreens Boots Alliance). Chiude questa speciale classifica Patrizio Bertelli (AD di Prada) insieme alla moglie Miuccia Prada (stilista e imprenditrice del gruppo Prada).

Grafico 3 – Classifica dei 10 più ricchi d’Italia, miliardi di dollari (2021)

 Classifica dei 10 piu ricchi dItalia

Fonte: statista.com

Da quanto emerge analizzando i dati sul nostro Paese, l’affermazione “se nasci povero muori povero” sembra calzare a pennello. L’immobilità sociale è un problema concreto e promuovere politiche volte a migliorare la scalabilità delle classi sociali potrebbe avere un impatto importante sulla crescita dell’Italia. La crescita inclusiva e le pari opportunità sono un principio cardine al centro della strategia di crescita dell’Europa e del Pilastro europeo dei diritti sociali, essendo la mobilità sociale tanto importante sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista economico.

Essendo l’immobilità sociale un dato di fatto, per un individuo proveniente da una classe di reddito medio-bassa, investire nei mercati finanziari è una grandissima opportunità per accrescere il proprio patrimonio. L’educazione finanziaria in Italia è molto scarsa per cui molti individui diffidano dall’investire, considerandola una scommessa e preferendo mantenere congelati i propri risparmi sul conto corrente.

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Davide Berti, consulente finanziario

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In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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