Scopriamo oggi le euristiche decisionali, scorciatoie mentali oggetto di studio della finanza comportamentale. Quali errori possono farti compiere?
Negli articoli proposti in precedenza abbiamo imparato a conoscere l’importanza della finanza comportamentale nella teoria economica. Dopo aver proposto un elenco dei principali bias cognitivi, ossia distorsioni della realtà verso le quali l’essere umano deve prestare grande attenzione per non incorrere in gravi errori di valutazione, le euristiche decisionali saranno tema di questo approfondimento.
Le euristiche decisionali in finanza comportamentale
Con euristica decisionale si intende una scorciatoia mentale che porta un individuo a valutazioni frettolose sulla base di esperienze pregresse e/o convinzioni personali. Una peculiarità delle euristiche decisionali è quella di permettere all’individuo di arrivare ad una decisione in modo veloce.
Velocità però non è sinonimo di accuratezza: ecco perché, soprattutto nelle decisioni di investimento, bisogna prendersi tutto il tempo necessario prima di compiere un’operazione.
A questo punto penserai: ma chi è quello stolto che non compie una scelta di investimento sulla base di un ragionamento sensato ed accurato? Molte più persone di quante immagini!
E perché?
Perché l’euristica decisionale è una scorciatoia immediata e apparentemente comoda, un’intuizione. Inoltre non bisogna dimenticare che chi utilizza un approccio decisionale euristico per effettuare le proprie scelte di investimento, è persona spesso afflitta da molti bias cognitivi.
Ora che hai capito cos’è l’euristica decisionale e perché è bene evitarla nelle proprie decisioni di investimento? Analizziamo le principali, ossia disponibilità, rappresentatività ed ancoraggio:
Euristica della disponibilità
Lo psicologo Kahneman la definisce come “il processo di giudicare la frequenza in base alla facilità con cui gli esempi ci vengono in mente”. Detta in altri termini, le stime effettuate da un individuo si basano sulla frequenza dei suoi ricordi.
Nel mondo degli investimenti tale euristica potrebbe portare a gravi errori decisionali, soprattutto in un mondo in cui il flusso informativo è estremamente elevato e massiccio grazie ad internet e ai social network.
Gli investitori sono spesso catturati da rendimenti a doppia cifra, da volumi anomali e/o da alcune news ormai già scontate dai mercati, a tal punto da basare le proprie decisioni su tali informazioni prontamente disponibili e recenti, ma non necessariamente rilevanti.
Un vecchio proverbio a Wall Street diceva: “Buy the rumors, sell the news” che tradotto significa “compra sui rumors e vendi alla notizia”; ecco, tale detto appare avere un suo fondamento adesso che conosci l’euristica della disponibilità e l’arma a doppio taglio rappresentata da alcune informazioni.
Euristica della rappresentatività
È la tendenza di un individuo a formulare giudizi di probabilità su stereotipi e/o situazioni familiari. Giudicare le probabilità per mezzo di questa scorciatoia mentale può avere un vantaggio: l’intuizione alle volte non sbaglia. Non sbaglia perché lo stereotipo alle volte può essere corretto, ma nei casi in cui non lo fosse, si potrebbe arrivare ad una decisione fuorviante.
L’investitore deve ben guardarsi da tale euristica perché potrebbe portarlo a gravi errori di valutazione. Ad esempio, proprio per via dell’euristica della rappresentatività, molti investitori apprezzano più del dovuto quei titoli che hanno ottenuto straordinarie performance nel recente passato piuttosto che quelli che stanno avendo delle performance più contenute. Tale eccesso di apprezzamento potrebbe portare l’investitore ad acquistare un titolo “solamente perché ha avuto una buona salita negli ultimi mesi” e non sulla base di una valutazione sensata.
Ancoraggio
L’ancoraggio è la tendenza dell’essere umano ad ancorare le proprie stime a poche informazioni giudicate importanti o alla prima informazione che ci viene offerta.
Nell’ambito degli investimenti, tale scorciatoia mentale può indurre l’investitore in errori grossolani e banali. Potrebbe ad esempio ancorarsi ad un titolo specifico, senza mai valutare oggettivamente le potenzialità dello stesso, basando il proprio giudizio solo su informazioni passate che lo hanno portato ad un ingresso sullo stesso titolo. L’ancoraggio può quindi condurre a quello che viene anche definito effetto dotazione: l’essere umano da valore assoluto alle cose che possiede. Tale effetto, applicato al mondo degli investimenti, è eclatante: nel momento in cui si entra in possesso di un titolo, questo nella nostra mente risulta essere di incredibile valore; allo stesso titolo, il giorno precedente al nostro acquisto, non avremo mai attribuito un simile valore.
Prova a pensare se anche tu sei caduto vittima dell’euristica dell’ancoraggio, magari acquistando un titolo senza giudicare opportunamente l’investimento, bensì basandosi solo su poche informazioni che hanno fatto da ancora per la tua decisione, impedendoti di valutare altre opportunità di investimento.
Quelle presentate sono le tre principali euristiche decisionali da cui è bene stare alla larga prima di prendere una decisione di investimento. Leggendo questo articolo avrai capito come il processo che porta ad una decisione di investimento non deve essere trascurato ed improvvisato, bensì ben architettato in funzione dei tuoi obbiettivi. Definire a priori la propria strategia di investimento e non compiere scelte affrettate, sono alcuni dei consigli che posso darti per evitare di incorrere in valutazioni non efficaci e che possono portarti a perdere molto denaro. Il lungo periodo, la diversificazione e la consulenza, sono tre armi importanti a disposizione dell’investitore, ma non tutti sembrano volerle utilizzare.
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