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Il termine derivato si genera in funzione del fatto che il valore dello strumento deriva dall’andamento del valore di una certa attività, ovvero dal verificarsi in futuro di un evento osservabile oggettivamente. L’attività o l’evento che potrebbe verificarsi nel futuro viene definito sottostante del prodotto derivato.
Questi prodotti possono essere utilizzati tendenzialmente per tre differenti finalità:
Il problema più complesso collegato ai derivati è la determinazione del loro valore e quindi la stima del loro prezzo.
Cerchiamo ora di farci un'idea pratica e concreta di cosa sia un derivato.
Le principali categorie di prodotti derivati sono tre:
Consiste in un accordo tra due soggetti per la consegna di una certa quantità di un certo sottostante ad un prezzo ed una data prefissati. La variazione del valore del sottostante determina il profilo di rischio-rendimento del contratto.
Il rischio per il venditore è rappresentato dall’apprezzamento del bene. Egli vende il diritto a comprare una certa cosa ad un determinato prezzo: se il prezzo del sottostante aumenta nel tempo e l’acquirente decide di esercitare il diritto, il venditore incorre in una perdita.
Il rischio per l’acquirente è rappresentato invece dal deprezzamento del bene. Egli al momento della sottoscrizione del derivato paga un prezzo (premio): se il prezzo del sottostante diminuisce nel tempo, egli andrà a pagare un prezzo superiore rispetto a quello reale del sottostante.
Le principali tipologie di contratti a termine sono i forward e i futures.
Consiste in un accordo tra due soggetti per uno scambio di flussi di pagamenti a date stabilite. I pagamenti possono essere espressi nella stessa valuta o in valute differenti e il loro ammontare è determinato in relazione ad un sottostante. Sono contratti che non sono negoziati sui mercati regolamentati.
Una delle categorie più conosciute sono i cosiddetti credit default swap. I CDS sono contratti in cui un soggetto (protection buyer) si protegge dal rischio di credito associato ad un determinato sottostante che può essere riconducibile ad un certo titolo, ad un emittente o ad un intero portafoglio di strumenti finanziari. La funzione del credit default swap è di copertura dei rischi associati ad una determinata attività.
Consiste in un contratto che attribuisce il diritto ma non l’obbligo, di comprare (opzione call) o vendere (opzione put), una data quantità di un bene (sottostante) ad un prezzo prefissato (strike price) ad una certa scadenza. Il sottostante che viene scambiato può essere un’attività finanziaria (azioni, obbligazioni, valute…), una merce (oro, argento, petrolio...) o un evento.
Quando il compratore esercita il diritto, a seconda dell’opzione acquistata, il ricavo sarà la differenza tra il prezzo corrente del sottostante e il prezzo di esercizio (nel caso di una call) oppure la differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo corrente (nel caso di una put).
Strumenti simili alle opzioni sono i covered warrant. I CW sono titoli e non contratti, che incorporano un’opzione.
In conclusione possiamo affermare che i prodotti derivati sono poco utilizzati come strategia di investimento ed è sano che continui questa tendenza in quanto i derivati sono prodotti complessi che devono essere utilizzati principalmente per una funzione di copertura.
Molti investitori, spesso, utilizzano i derivati con finalità speculative, ma è complesso riuscire a guadagnare in questo modo poiché è difficile fare una stima ragionevole del loro valore effettivo e del loro rischio-rendimento.
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