La teoria economica neoclassica dell’homo economicus, individuo razionale che prende decisioni al fine di massimizzare la propria ricchezza e il proprio benessere, è stata superata dall’economia comportamentale e dalla neuroeconomia, discipline che hanno mostrato come le emozioni e il contesto influiscono sistematicamente sulle decisioni in ambito finanziario.
Il processo decisionale che porta un individuo a compiere una scelta risulta quindi molto influenzato dalle emozioni; le principali nell’ambito di decisioni finanziarie sono rimpianto, invidia e orgoglio.
Il rimpianto
Il rimpianto, in termini di scelte finanziarie, è il ricordo dolente di occasioni mancate. Sulla base di numerosi studi sono stati rilevati empiricamente due effetti del rimpianto: uno legato al rimpianto passato e uno al rimpianto futuro. In particolare:
- Il rimpianto passato induce a mantenere una posizione in portafoglio (prevalentemente un titolo azionario esposto a maggior rischio specifico) fino al momento in cui questo non torna su valori prossimi al picco massimo mancato fatto registrare in passato;
- Il rimpianto futuro, dettato dall’aspettativa di crescita dei prezzi e dalla possibilità di verificarne l’andamento, determina l’uscita dal mercato.
I due effetti, rimpianto passato e rimpianto futuro, sono sostituti e spiegano l’eccessivo attendismo nel vendere titoli in perdita (la non volontà di realizzare il rimpianto) e l’eccessiva frenesia nel vendere titoli troppo presto.
L’emozione del rimpianto, in sintesi, è quindi sintetizzabile in “sarei stato meglio se avessi fatto la scelta alternativa”. Conoscere questo tipo di emozione è fondamentale dal momento che i mercati, per definizione, non sono monodirezionali, bensì alternano alti e bassi. Farsi sopraffare dal rimpianto di aver effettuato la scelta sbagliata, di non aver venduto sui massimi o di non aver comprato sui minimi, è inutile: fare market timing è praticamente impossibile, così come azzeccare di preciso e sempre il trend di un determinato titolo.
Eventualmente, l’unico rimpianto che ogni investitore intelligente dovrebbe avere è quello di esser stato vittima dell’emotività, disinvestendo quando il mercato scendeva e comprando quando il mercato saliva: tali comportamenti, sistematicamente sbagliati, sono controproducenti e minano l’efficienza di lungo periodo di un portafoglio ben strutturato.
L’invidia
L’invidia è l’emozione che deriva dal confronto tra quanto ho ottenuto con la mia scelta rispetto a quanto ha ottenuto qualcun’altro. Il sentimento dell’invidia è alla base di un comportamento irrazionale, ossia l’effetto gregge.
L’effetto gregge, ossia il comportamento che porta a seguire il comportamento altrui anche quando tale comportamento è subottimale, è alla base delle bolle speculative basandosi sull’assunto “non c’è niente di peggiore di vedere il proprio vicino arricchirsi facilmente”.
L’orgoglio
L’orgoglio nelle scelte di natura finanziaria si manifesta quando un individuo ottiene più di altri (o più di quanto avrebbe ottenuto se avesse fatto una scelta diversa). Il raggiungimento di determinati risultati in maniera del tutto casuale (ad esempio l’acquisto di un titolo azionario e l’ascesa dello stesso nei giorni successivi) porta a trasmettere ad un individuo la sensazione che il risultato raggiunto sia frutto di abilità e impegno, agendo da rinforzo della scelta fatta e anzi, portando a perseverare in quelle scelte.
Oltre alle emozioni, anche il contesto in cui un individuo opera influenza sistematicamente le decisioni che prende. Per spiegare l’importanza del contesto nel prendere decisioni, utile è l’esempio che segue tratto dal libro “Neurofinanza. Le basi neuronali delle scelte finanziarie” e leggermente rimodulato.
Immaginiamo di essere nei giorni immediatamente successivi alle feste natalizie, con alle spalle giornate di abbuffate. Decidiamo di iniziare la dieta e andiamo al supermercato decisi a fare una spesa salutare: oltre a prodotti vegetali e privi di grassi, la nostra attenzione cade su dei muffin al cioccolato. Il prodotto è commercializzato come dietetico in quanto sulla scatola c’è scritto “50% di grassi in meno”. Prendiamo il prodotto.
La domanda sorge spontanea: ma se sulla confezione ci fosse stato scritto “50% di grassi in più di una banana” lo avremmo comunque messo nel carrello?
Questo semplice esempio mostra come il contesto giochi un ruolo rilevante sul processo decisionale. La finanza comportamentale definisce la distorsione del processo decisionale causata dal contesto, ossia da come vengono presentate le opzioni, framing effect (L’effetto framing: attenzione a come prendete alcune decisioni di investimento.).
L’avversione alle perdite, fenomeno approfondito dalla Prospect Theory (Le perdite negli investimenti: perché siamo così avversi?) gioca un ruolo fondamentale nel comprendere come il contesto influenzi le decisioni nel framing effect: l’esempio che segue ne vuole approfondire il perchè.
In un esperimento vennero dati 50€ a tutti i partecipanti, informandoli che non potevano tenere il denaro ma avrebbero dovuto scegliere tra due alternative:
- tenere 20€; oppure
- girare una ruota della fortuna che avrebbe permesso di vincere i 50€; tuttavia, in questa seconda alternativa, c’era la possibilità di perdere l’intero ammontare.
A metà del campione l’opzione sicura venne presentata nel contesto dei guadagni, ossia “tenete 20€ dei 50€ iniziali”, mentre all’altra metà l’opzione sicura venne presentata nel contesto delle perdite, ossia “perdete 30€ dei 50€ iniziali”.
Sebbene il valore atteso fosse il medesimo, il modo in cui venne presentata l’opzione sicura ai due campioni generò un’influenza sistematica sulle scelte dei soggetti. In particolare, nel contesto dei guadagni i partecipanti sceglievano più frequentemente l’opzione sicura (57,1%), mentre nel contesto delle perdite i partecipanti sceglievano meno frequentemente l’opzione sicura (38,4%) tentando la sorte girando la ruota.
In fasi di mercato come quella attuale, dove il contesto risulta inondato di notizie negative e dove l’emotività potrebbe sopraffare le scelte razionali, calibrare al meglio il processo decisionale senza prendere decisioni d’impulso è fondamentale onde evitare di incorrere in trappole comportamentali che potrebbero essere dannose per il portafoglio e per i propri investimenti.
In queste fasi più che mai è importante non decidere d’impulso, non farsi influenzare dal contesto e non lasciar decidere alle emozioni. In fasi di mercato orso occorre ricordarsi sempre la massima di Warren Buffet, l’oracolo di Omaha che ha fatto del lungo periodo e del value investing i propri mantra: “Abbi paura quando tutti sono avidi e sii avido quando tutti gli altri hanno paura”.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
Hai dubbi sull'efficienza o la pianificazione del tuo portafoglio di investimenti? Clicca qui e compila il modulo!
Se vuoi rimanere aggiornato sui contenuti finanziari in tempo reale seguimi sulla mia pagina instagram!