L’inefficienza degli ETF a leva

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Se mi seguite da qualche tempo, o se avete letto altri articoli di finanza, saprete che i mercati, nel lungo periodo, tendono quasi sempre a salire, in particolare quelli statunitensi. Sorge quindi una domanda naturale: se siamo così certi che l'S&P 500 salirà nel lungo periodo, perché non prendere in prestito denaro per investirci? Se riuscissimo a ottenere un prestito a condizioni migliori rispetto ai rendimenti dell'S&P 500, potremmo assicurarci dei guadagni facili, no? 

Questa idea, nota come leva finanziaria, è qualcosa che esiste da diverso tempo. La leva permette di amplificare i rendimenti sugli investimenti senza dover detenere effettivamente il denaro.

Molti broker consentono il trading a margine, che è essenzialmente lo stesso concetto di prendere a prestito denaro dalla banca per investirlo sui mercati finanziari. Tuttavia, esiste un modo più semplice per un investitore al dettaglio di utilizzare la leva finanziaria senza ricorrere a margini o opzioni: gli ETF a leva.

Cosa sono gli ETF a leva?

Gli ETF a leva sono fondi di investimento passivi che non si limitano a replicare l’attività sottostante, ma utilizzano la leva finanziaria per amplificare la performance quotidiana del benchmark.

Quando parliamo di questi prodotti, facciamo riferimento anche agli ETF “strutturati” (una categoria che include quelli a leva e gli short).

Nel caso in cui voleste approfondire la tematica ETF vi posso suggerire questi miei due vecchi articoli: La gestione passiva: cos’è? quanto costa? e ETF: vantaggi e svantaggi. Sicuramente può essere utile aver ben chiaro il funzionamento di questo tipo di strumenti prima di procedere con una tematica leggermente più avanzata come questa.

Chiarito questo concetto, cosa significa che un ETF è a leva? La leva finanziaria indica la sensibilità dell’ETF rispetto all’attività sottostante (benchmark); questi prodotti sono progettati per offrire un rendimento che è un multiplo del rendimento giornaliero dell'indice sottostante. Ad esempio, un ETF a leva 2x mira a ottenere il doppio del rendimento dell'indice ogni giorno, mentre un ETF a leva 3x mira a ottenerne il triplo (vedi Grafico 1).

Grafico 1: Il funzionamento degli ETF a leva

 Grafico 1: Il funzionamento degli ETF a leva

Fonte: elaborazione Ufficio Studi Davide Berti

Perché questi strumenti possono essere pericolosi

La leva finanziaria, sebbene apparentemente semplice, può nascondere delle insidie poiché la relazione tra l’andamento dell’indice e la leva non è lineare.

Facciamo un esempio: partendo da un valore iniziale di 100, sottraendo il 10% e poi aggiungendo di nuovo il 10%, otteniamo 99 (indipendentemente dall'ordine delle operazioni). Questo dimostra che, a causa della natura moltiplicativa dei rendimenti percentuali, si perde valore, e questa perdita cresce con l'aumento delle variazioni.

Tradotto in ambito finanziario, ciò implica che, dopo un ribasso, è necessario un rialzo maggiore (del valore assoluto del ribasso) per recuperare la perdita subita. Ad esempio, per recuperare un -10% serve un +11,11%, per un -50% serve un +100% e per un -90% serve un +900%! (vedi Grafico 2).

Questo meccanismo avviene a causa della natura moltiplicativa dei rendimenti percentuali.

Grafico 2: Con quanto recupero una perdita?

 Grafico 2: Con quanto recupero una perdita?

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Davide Berti

Ma cosa c’entra la leva in tutto ciò? Il fattore di leva non fa altro che amplificare tale meccanismo andando a moltiplicare la variazione percentuale del sottostante.

Supponiamo di avere due indici: uno standard ed un altro a leva 3x (entrambi replicano il medesimo sottostante).

Lunedì il sottostante aumenta del +5%, martedì scende del -5%, mercoledì sale di nuovo del +5% e giovedì scende nuovamente del -5% (vedi Tabella 1).

Venerdì, prima che il mercato apra si sarà creato uno scostamento rilevante tra l’indice standard e quello a leva.

Tabella 1: Indice standard vs Indice leva 3x (i numeri)

 Tabella 1: Indice standard vs Indice leva 3x (i numeri)

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Davide Berti

Graficamente si può notare tale scostamento nella rappresentazione (Grafico 3) sotto riportato.

Grafico 3: Indice standard vs Indice leva 3x

 Grafico 3: Indice standard vs Indice leva 3x

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Davide Berti

Tale dinamica si autoalimenta nel caso di una successione di variazioni giornaliere; nel tempo, i rendimenti iniziano a diventare sempre più distorti. Più a lungo tieni questi prodotti, maggiore sarà la disparità nei rendimenti che vedrai. Questo fenomeno è chiamato decadimento; una leva maggiore causa un maggiore decadimento della volatilità.

Oltre al decadimento della volatilità, un ulteriore aspetto di particolare rilievo è che gli ETF a leva presentano costi elevati. Prendiamo ad esempio l’ETF “ProShares UltraPro S&P500”, che ha un rapporto di spesa dello 0,91%, significativamente più alto rispetto al noto “Vanguard S&P 500 ETF” (VOO) che ha un rapporto dello 0,03%. Questo perché gli ETF a leva richiedono un ribilanciamento giornaliero, oltre a comportare spese per interessi e commissioni di transazione. Sebbene possa sembrare una differenza di costo poco rilevante, abbiamo più volte visto come, anche una piccola differenza che va ad incidere sui rendimenti di lungo periodo possa impattare sul risultato finale.

Un prodotto da comprendere

In conclusione, gli ETF a leva sono prodotti che non vanno demonizzati ma bisogna comprendere che sono progettati soprattutto per il trading a breve termine e devono essere utilizzati con prudenza. A causa del decadimento della volatilità, detenere un ETF a leva nel lungo periodo può essere molto rischioso, anche nel caso di un ipotetico "perfetto" ETF a leva senza costi aggiuntivi.

Senza la possibilità di prevedere con certezza un bull market e le dinamiche di volatilità, è essenziale maneggiare questi strumenti con estrema cautela. 

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Davide Berti, consulente finanziario

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Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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