Compensazione di minusvalenze pregresse. Come fare?

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Come si compensano le minusvalenze pregresse? Guida completa a tutti gli strumenti che possono compensare le minusvalenze realizzate.

I rischi dell’investimento

Investire sui mercati finanziari comporta l’assunzione di rischi, tra cui quello di perdere l’intero capitale investito (o gran parte di esso). Chiaramente il rischio di perdita dell’intero capitale investito non ti tocca minimamente se hai un portafoglio efficiente e ben diversificato; d’altra parte, qualora la tua strategia di investimento prevedesse l’utilizzo di strumenti a leva, potresti essere molto esposto al rischio di perdita dell’intero capitale.

L’investitore con un portafoglio costituito da strumenti finanziari efficienti, in linea con i propri obiettivi e con il proprio profilo di rischio non deve temere per eventuali posizioni in rosso: fanno parte del percorso di investimento e fasi di momentanei ribassi di mercato possono influenzare l’andamento di alcuni strumenti presenti in portafoglio.

Tendenzialmente però si sa, i portafogli di molti investitori italiani sono pieni di strumenti inefficienti, quali ad esempio i fondi comuni di investimento a gestione attiva con uno storico di sistematica sottoperformance del benchmark e costi elevatissimi, strumenti che, se in forte perdita, difficilmente andranno a recuperare terreno nel medio periodo (ETF e fondi comuni: focus fondi comuni).

In questi casi l’investitore, valutando la chiusura di posizioni inefficienti per rientrare in posizioni efficienti, frutto di una precisa logica di portafoglio e di una precisa asset allocation, deve considerare l’entità della minusvalenza che va a generare e come sfruttarla al meglio in ottica di medio periodo, efficientando la propria posizione fiscale.

I redditi derivanti dagli investimenti

Per capire come efficientare la propria posizione fiscale in relazione ad eventuali minusvalenze realizzate, doverosa è una precisazione circa le tipologie di reddito generate dagli investimenti di natura finanziaria.

Mediante l’investimento in strumenti finanziari, in caso di ricezione di dividendi, cedole o vendita di strumenti in guadagno, si vanno a generare due differenti tipologie di reddito: i redditi di capitale e i redditi diversi.

I redditi di capitale sono rappresentati da:

  • interessi;
  • dividendi;
  • cedole;
  • capital gain derivante dalla vendita di fondi, SICAV ed ETF;
  • proventi distribuiti da fondi, ETF e SICAV;
  • redditi derivanti da contratti assicurativi e polizze d’investimento.

Un esempio di reddito di capitale potrebbero essere le cedole derivanti dall’acquisto di uno BTP o i dividendi derivanti dall’acquisto di un’azione.

La tassazione dei redditi di capitale, tipologia di reddito che non può essere mai negativa, avviene alla fonte, con un’aliquota pari al 26% sui dividendi o sulle cedole di obbligazioni non equiparabili ai titoli di Stato e con un’aliquota del 12,5% sulle cedole di Titoli di Stato o equiparabili.

I redditi diversi sono redditi derivanti dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita di un investimento di natura finanziaria. A differenza dei redditi di capitale, tale tipologia di reddito è incerta nella realizzazione e nella quantità e possono essere sia positivi che negativi; in caso di reddito diverso negativo si va a generare una minusvalenza.

Rientrano nella categoria di redditi diversi:

  • plus/minusvalenze derivanti dalla vendita di azioni e obbligazioni;
  • minusvalenze da ETF, fondi e SICAV;
  • plus/minusvalenze derivanti dalla vendita di ETC;
  • plus/minusvalenze derivanti dalla vendita di opzioni e futures;
  • plus/minusvalenze derivanti dalla vendita di certificati;

Come compensare le minusvalenze pregresse?

Per compensare perdite derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari l’investitore ha tempo 4 anni, passati i quali viene meno il credito nei confronti del fisco. Ad esempio, se nel 2023 andate a contabilizzare una perdita di 5000€ vendendo un fondo di investimento, avrete tempo fino al 31 dicembre 2027 per compensare tale perdita generando una plusvalenza derivante da redditi diversi pari a 5000€.

Per compensare le minusvalenze pregresse occorre realizzare una plusvalenza che rientra nella categoria dei redditi diversi: plusvalenze rientranti nei redditi di capitale (come quelle realizzate su fondi, SICAV o ETF), cedole e dividendi non vanno ad esempio a compensazione delle minusvalenze.

La tabella 1 va a fare chiarezza su quanto detto, indicando quali strumenti vanno a compensare eventuali minusvalenze pregresse.

Tabella 1 – come compensare le minusvalenze?
 

PLUSVALENZA SU

Azioni

Obbligazioni

ZCB

Fondi armonizzati

ETF armonizzati

Certificati

ETC/ETN

Compensa la minusvalenza realizzata?

SI

SI

Non del tutto

NO

NO

SI

SI

Fonte: elaborazione personale

Va inoltre precisato come cedole e dividendi, trattandosi di reddito di capitale, non vadano a compensazione di eventuali minusvalenze pregresse.

Il credito fiscale generato dalle minusvalenze si può quindi recuperare, ma solamente con una precisa gestione dei risparmi e con un’accurata selezione degli strumenti finanziari.

Facciamo un esempio. Carlo è un investitore che, accortosi dell’inefficienza del proprio portafoglio, decide di vendere tutte le posizioni che ha contabilizzando una perdita di 10.000€ a fronte di un capitale investito di 100.000€ (ora divenuto 90.000€).

Carlo decide di voler sfruttare il credito fiscale generato dalla vendita di strumenti finanziari in perdita, optando per l’acquisto di azioni e obbligazioni, stimando come la plusvalenza ipotetica derivante dall’allocazione prescelta vada a generare plusvalenze in grado di ridurre il credito maturato nel giro di 4 anni.

Chiaramente è impossibile prevedere l’andamento dei mercati finanziari negli anni a venire e tale scelta comporta dei rischi, su tutti il rischio specifico: una valutazione che però Carlo può fare è quello di andare ad esporsi maggiormente all’obbligazionario a lunga duration in modo tale da beneficiare di eventuali tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, mossa che andrebbe a portare al rialzo il prezzo dell’obbligazionario a lunga, permettendogli di chiudere eventuali posizioni in guadagno e compensare almeno una parte delle minusvalenze pregresse.

Qualora Carlo non sapesse nulla di fiscalità degli strumenti finanziari, e/o non si fosse affidato ad un professionista, andando ad acquistare altri fondi comuni di investimento con il capitale liberato, il credito fiscale maturato non troverebbe compensazione nei 4 anni successivi.

Chiaramente l’esempio di Carlo e la strategia attuata è a titolo di esempio e non deve considerarsi una tattica per compensare oggi eventuali minusvalenze: ogni posizione fiscale deve essere ben valutata, sia in relazione al capitale disponibile per compensarla, sia in relazione al profilo di rischio dell’investitore.

Conclusione

Un’attenta pianificazione degli investimenti finanziari deve considerare anche l’aspetto fiscale, variabile fondamentale in caso di chiusura di alcune posizioni in perdita.

Comprendere il fatto che è possibile vendere strumenti, anche se in perdita, per rientrare su altri strumenti finanziari che vanno a generare potenzialmente redditi diversi è un’arma in più che l’investitore deve conoscere per massimizzare l’efficienza dei propri investimenti.

Non conoscere la fiscalità degli strumenti finanziari, o peggio ancora non considerarla, potrebbe avere un costo opportunità non indifferente per l’investitore.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Davide Berti, consulente finanziario

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Le basi degli investimenti

Prima di investire in qualsiasi modo è fondamentale conoscere i pilastri dell'investimento. Non bisogna fondare le proprie scelte su impressioni o percezioni date dal "sentito dire". Delle solide basi sono necessarie per poter decidere razionalmente come gestire e investire il proprio denaro e come influenzare profondamente il proprio futuro.

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In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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